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Una spiegazione scientifica della cosiddetta "lacrimazione dal ginocchio" della statua del Cristo Risorto a Medjugorje

Premessa

Statua del Cristo Risorto a Medjugorje

Medjugorje: statua del Cristo Risorto, dello scultore Andrej Ajdič

 


A Medjugorje vi è il fenomeno delle gocce che fuoriescono da alcune fessure sulle gambe (specialmente la destra) della statua in bronzo del Cristo Risorto.
In merito alla natura di questo liquido, un'analisi condotta nel 2010 dal professor Giuseppe Zagotto dell'università di Padova ha portato a questo risultato:

Acqua al 99% con tracce di calcio, rame, ferro, potassio, magnesio, sodio, zolfo e zinco. La presenza di rame potrebbe essere ovviamente causata dal materiale costituente la statua (in quanto il bronzo è una lega composta da rame e stagno).
Un'analisi al microscopio ottico del liquido prelevato dalla statua ha rilevato la presenza di batteri che farebbero pensare a un'acqua stagnante.
[Saverio Gaeta, Vivere Medjugorje, Edizioni San Paolo, 2020, pp. 179-180]

 


I punti da cui fuoriescono le gocce d'acqua appaiono semplicemente quelle che in gergo tecnico si chiamano "cricche" o "incrinature": in sostanza delle fessurazioni che si determinano con il tempo, spesso originate da difetti di fusione del bronzo.
I fedeli considerano "lacrime" le suddette gocce e, convinti che il fenomeno sia miracoloso, fanno la fila per poterle toccare e bagnare con esse oggetti personali, corone del rosario o pezzuole con l’immagine della Madonna (appositamente vendute dai numerosi negozi del posto):

 

 

 

La relazione degli ingegneri Fanti e Bolis e quella del biotecnologo Tosi

Una perizia di parte medjugorjana stima, in estate, un versamento di un litro al giorno. In inverno molto di meno (100 ml). Si tratta della perizia degli ingegneri Giulio Fanti e Giuliano Bolis, i quali asseriscono che "la portata d'acqua uscente dalla statua, che diminuisce di circa un fattore 10 dalle temperature estive di circa 30°C a quelle invernali di circa 0°C, è favorevole all'ipotesi della condensa", anche se evidenziano che "non è facile spiegare la portata estiva dell'ordine di un litro al giorno" [S. Gaeta, Vivere Medjugorje, cit., pp. 181-182].

Secondo i loro calcoli, la condensazione dell'aria contenuta nella metà superiore del corpo (cava all'interno, mentre le gambe sono piene di cemento), dovrebbe produrre "33 volte meno della portata giornaliera di circa un litro al giorno del liquido uscito dal ginocchio della statua nel periodo estivo" [ivi, p. 182]. 

 

 

Naturalmente, non ci si può affidare ciecamente ai calcoli di una sola coppia di tecnici. Si possono commettere errori anche in buona fede. Le rilevazioni scientifiche devono essere rese pubbliche con l’evidenziazione non solo dei risultati ma anche delle metodologie, perché gli altri esperti possano esprimere valutazioni e controdeduzioni. Questo non è stato assolutamente fatto.

Gli stessi Fanti e Bolis, comunque, non rigettano l’ipotesi della condensa, ma dicono solo che essa “desta forti dubbi” [ibidem].

Il dottor Lorenzo Tosi

I forti dubbi potrebbero comunque forse svanire integrando le osservazioni di Fanti e Bolis con quelle del dottor Lorenzo Tosi (nella foto), PhD in Biotecnologie presso l'Harvard University, che, nel marzo 2019, ha pubblicato sul gruppo Facebook "L'imbroglio di Medjugorje" una sua spiegazione scientifica del fenomeno, che viene qui di seguito riportata (essa è stata poi da lui illustrata anche nel corso del programma televisivo Le Iene del 9 aprile 2021). In sostanza, l’ipotesi del dott. Tosi è che dell’acqua piovana entri dal basamento (quindi dalla croce) e poi risalga sotto forma di vapore acqueo:

 

 

Premetto sono PhD. in biotecnologie, ho lavorato come postdoc ad Harvard per 5 anni ed ora sono ‘’felicemente’’ disoccupato in Italia. Per questo ho avuto il tempo di accompagnare mia moglie in questo pellegrinaggio.
Il soggetto della mia relazione sarà una spiegazione scientifica basata su mie osservazioni sul presunto fenomeno della presunta lacrimazione del Cristo che avviene a livello del ginocchio destro di questa bellissima scultura in bronzo massiccio.

 

Confesso che a prima vista sono stato anche io trasportato dall'atmosfera di commozione dei fedeli di fronte a quel ‘’miracolo’’. Era una giornata di sole e sembrava che quelle gocce di sudore sgorgassero veramente dal bronzo massiccio e scintillante!! Insomma sembrava veramente una cosa inspiegabile o spiegabile solo con un miracolo.


Nonostante ormai sia uno scienziato disoccupato e fallito (anche se in America ho pubblicato come 1° autore su Nature), non potevo di certo accettare il fatto che questo miracolo potesse avvenire sotto i miei occhi a discapito di tutto il mio allenamento nel fare e dimostrare ipotesi.
Il giorno dopo, a mente fredda sono tornato al cospetto del Cristo desideroso di carpirne i suoi segreti.


Ho da subito ipotizzato che quelle gocce potessero sgorgare dal ginocchio attraverso una rete di capillari forse generati da un difetto nella fusione del bronzo. Tale ipotesi ha avuto conferma: attraverso una attenta visione ad occhio nudo ho potuto infatti costatare che tale gocce si formavano in corrispondenza di micro irregolarità presenti in quella zona sulla superficie del bronzo.
Tali irregolarità erano più scure ed avevano una grandezza variabile direi dal mezzo al decimo di millimetro. Nessuna goccia durante tutto il mio tempo di osservazione (10 min) era mai sgorgata in zone più distali al ginocchio, dove il bronzo era completamente lucido e non presenta ad un esame visivo alcuna irregolarità.


Tale osservazione conferma la mia ipotesi che tale liquido viaggiasse attraverso dei canali capillari generati da imperfezione nella fusione del bronzo. Tali piccoli difetti di fusione sono anche visibili chiaramente nel basamento della scultura, dove si vedono piccole ma numerose imperfezioni caratterizzate da file continue di piccole bollicine vuote e canalicoli forse dovuti all'uscita del vapor acqueo subito dopo la colatura del bronzo nella forma.
Dopo aver quindi facilmente compreso che le lacrime non si formano dal nulla, restava ancora da spiegare da dove venisse tutta quell'acqua.


La mia seconda ipotesi fu che quell'acqua doveva essere priva di minerali (distillata), altrimenti i capillari nel bronzo si sarebbero velocemente bloccati a causa della rapida deposizione di calcare.
Per ovvi motivi ho scartato l'ipotesi che qualcuno potesse segretamente caricare la gamba del Cristo con acqua distillata.
L'intuizione del suo funzionamento mi è venuta quando, invece di focalizzare la mia attenzione sul ginocchio, mi sono rivolto verso il resto della scultura che sta proprio lì dietro al Cristo, e ad esso è collegata attraverso i piedi del Cristo stesso, cioè il grosso volume di bronzo con la forma concava del corpo del Cristo che è risorto lasciando la sua impronta.
Questa struttura in bronzo è a tutti gli effetti una grossa vasca e, come tutte le vasche lasciate fuori, si riempie di acqua piovana. Se andate là e guardate bene, dove dovevano esserci le mani del Cristo ci sono dei piccoli fori (probabilmente lo scultore voleva rappresentare i buchi dei chiodi che attraversavano le mani). Tali piccoli buchi comunicano con l'interno del basamento. Quindi tutta l'acqua piovana viene raccolta nella vasca ed entra all'interno del basamento.
A questo punto è facile immaginare che il vapor acqueo formato risalga attraverso una delle gambe del Cristo (che è cavo come tutte le fusioni in bronzo) e condensi all'interno del busto del Cristo che per altro ha sempre un lato esposto a nord (o comunque di notte).
Quindi la condensa priva di sali percola lungo il busto e si accumula in una cavità a livello del ginocchio destro dove poi fuoriesce dai capillari descritti sopra.


Questa spiegazione ha valore perché spiega la grande quantità di acqua che esce ogni giorno dalla statua, che non può essere dovuta alla semplice condensazione dell'umidità presente nel volume d'aria contenuto nella statua (obiezione che era stata già sollevata precedentemente) né tantomeno ad eventuali fenomeni di condensazione dell'aria umida sul bronzo.
Spiega inoltre la non colmatazione dei canali capillari nel bronzo da me osservata e ipotizzata sopra.
Per me queste osservazioni spiegano indiscutibilmente il mistero della lacrimazione del Cristo.
Il suo scultore oltre ad avere creato una bellissima scultura ha anche inconsapevolmente costruito un ingegnoso ed efficiente distillatore.

Un elemento che sembra confermare la spiegazione del dottor Tosi è il fatto che, come le stesse analisi di Fanti e Bolis hanno verificato e come già abbiamo visto, l'acqua che fuoriesce dalla statua è contaminata da batteri e quindi si deduce che sia stagnante.

 

 

A margine di tutto ciò è da ricordare che esiste anche l’ipotesi di una sacca d’acqua sotto il basamento e che il fenomeno è iniziato solo nel 2001, dopo la realizzazione dell’impianto di irrigazione attorno alla statua (la statua è stata invece eretta nel 1998).

È da ribadire infine, per completezza, che le gambe della statua sono state riempite dal suo autore, lo scultore sloveno Andrej Ajdič, di calcestruzzo, per motivi statici.

Il calcestruzzo, di per sé, non è impermeabile.  Al contrario, è permeabile se "confezionato con un elevato rapporto a/c [acqua/cemento]" [M. Collepardi, Scienza e tecnologia del calcestruzzo, Hoepli, 1991, p. 231]. Esistono infatti anche specifici additivi (come questo) per renderlo impermeabile, se necessario.

Non esistendo – mi sembra - alcun motivo per impermeabilizzare del calcestruzzo usato semplicemente per rendere più pesante e stabile una statua, si dovrebbe desumere che si tratti di calcestruzzo permeabile.  

Marco Corvaglia

Articolo depositato legalmente presso Copyright.eu

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