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Il complesso edilizio di Casa Betania, sede della comunità SACRI (vista da Google Earth)
A partire dagli anni immediatamente successivi, oltre ad essere nominata Madre Generale, "Madre Prisca fu eletta ininterrottamente, con voto assembleare, all'incarico di rappresentante legale della SACRI" [A. M. Turi, La vita di Bruno Cornacchiola, cit., p. 151], carica che mantenne fino alla sua morte, il 1° giugno 1998.
Il 26 luglio 1989, Concetta Mormina, rappresentante legale della SACRI, acquista a suo nome (come già l'appartamento di via Modica e quello di via Virginia) una villetta su due piani con un parco intorno (superficie complessiva di 4120 metri quadri), situata a San Felice Circeo, in provincia di Latina, in via Vasca Moresca, 26 (a meno di 100 metri da Villa Moresca, dove 14 anni prima aveva avuto luogo il famigerato massacro del Circeo).
Il prezzo pagato è di 130 milioni di lire (corrispondenti, per potere d'acquisto, a circa 160.000 Euro del 2023, come si può vedere con l'apposito calcolatore dell'ISTAT).
Il pagamento è effettuato interamente in contanti, come risulta dalla Nota di trascrizione catastale qui pubblicata per la prima volta:


Negli anni immediatamente successivi, vengono eseguiti alcuni lavori di ampliamento, come risulta dai documenti catastali. Il 17 aprile 1998 la villa viene ufficialmente donata da Concetta alla SACRI, con atto presso il notaio Luca Amato.
Nel 1995, la SACRI riceve in eredità (presumibilmente da un membro della comunità stessa o comunque da un devoto) un appartamento di 89 metri quadri, sito in Vicolo Anguillarese, nella frazione romana di Osteria Nuova, ancora in possesso dell'associazione quando Cornacchiola scompare nel 2001, all'età di 88 anni.

Dopo la morte del fondatore, la SACRI ha continuato ad essere attiva, essendo guidata da Luigi Maria Cornacchiola (il minore dei quattro figli di Bruno, nato dopo l'"apparizione" del 1947) con la collaborazione del fratello Carlo.
La villa di San Felice Circeo è oggi una delle sedi in cui si riuniscono d'estate i membri dell'associazione. Esistono anche alcune sedi affiliate, sparse nel territorio italiano, a cui bisogna aggiungerne una fondata a Perth, in Australia, nel 1975, da facoltosi fedeli di origini italiane, con la collaborazione dello stesso Bruno Cornacchiola, recatosi per due volte sul posto.
Su richiesta dell'Associazione SACRI, nel giugno 2017 il Vicariato di Roma ha aperto un fascicolo in vista dell'eventuale indizione del processo di beatificazione di Bruno Cornacchiola, che però non ha, al momento, ricevuto il prescritto nullaosta dalla Congregazione per le Cause dei Santi.
Un cambiamento interiore?
Secondo la versione apologetica "ufficiale", l'apparizione della Madonna determinò in Bruno un improvviso cambiamento interiore:
Lo stesso Cornacchiola riconobbe che la sua vita coniugale era intrisa di maltrattamenti, tradimenti, percosse e incomprensioni, che cessarono solo il 12 aprile 1947, giorno della prima apparizione della Vergine.
[Missionarie della Divina Rivelazione, Tre Donne unite dalla Vergine della Rivelazione, cit., p. 17]
"Era un lupo... ed ora è un agnello", scriveva di lui l'apologeta don Giuseppe Tomaselli [G. Tomaselli, La Vergine della Rivelazione, cit., p. 5] (sacerdote che diceva di possedere "un fluido mistico particolare").
Talvolta, le fonti apologetiche fanno riferimento a certe voci che circolavano sulla natura delle relazioni di Bruno, dopo l'"apparizione", con alcune donne (anche religiose, come una suora dell'ordine delle Maestre Pie Filippini [cfr. A. M. Turi, La vita di Bruno Cornacchiola, cit., p. 126, nota 19]), ma le smentiscono decisamente come maldicenze.
È difficile ricostruire obiettivamente la verità in merito. Ma qui ci interessa un altro aspetto della questione.
Ecco cosa la stessa Madre Prisca racconterà alle consorelle, in merito agli anni trascorsi in via Modica:
La giovane Prisca dormiva con un materasso adagiato nella vasca da bagno e, inoltre, doveva sopportare le calunnie che il vicinato lanciava su di lei e che creavano continue tensioni con Iolanda. Prisca veniva infatti vista come l'ennesima amante di Bruno il quale, questa volta, l'aveva sfacciatamente portata in casa. Prisca tentò varie volte la fuga, prendendo le sue poche cose [...]; si sedeva su una panchina e piangeva, e ogni volta arrivava Bruno per riportarla a casa.
[Missionarie della Divina Rivelazione, Tre Donne unite dalla Vergine della Rivelazione, cit., pp. 75-76]
Se Iolanda, a torto o a ragione, non tollerava la presenza di Concetta in casa, l'imposizione della sua presenza fissa non costituiva una violenza psicologica nei confronti della moglie?
E davvero bisogna credere che la Madonna abbia voluto che Concetta lasciasse la casa delle cugine per andare a dormire nella vasca da bagno di Bruno?
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Il 13 aprile 2018 Gianfranco e Carlo Cornacchiola, figli di Bruno, si trovano a rispondere alle domande di Lucia Ascione, conduttrice del programma "Bel tempo si spera", trasmesso da TV2000 (rete di proprietà della Conferenza Episcopale Italiana).
In un paio di momenti della trasmissione, la conduttrice li invita a spiegare che papà è stato Bruno per loro:
Premesso che la trasmissione integrale è disponibile qui, analizziamo i tre spezzoni che ci interessano.
Gianfranco ricorda le botte del padre ("frustate", per Carlo), che, secondo la versione apologetica "ufficiale", dovrebbero essere terminate quando ci fu l'"apparizione", allorché lui aveva 4 anni.
Nel secondo segmento, la conduttrice fa riferimento, per l'appunto, al padre che, dopo l'"apparizione", avrebbe smesso di ricorrere alle "cinghiate".
Il timido Gianfranco si limita ad abbozzare un sorriso, immediatamente interrotto da diversi colpi di tosse.
Il segmento più interessante è l'ultimo: appena la conduttrice chiede espressamente a Gianfranco di parlare della figura del padre, Carlo istintivamente abbassa la testa, evidentemente prevedendo l'imbarazzo in cui si troverà il fratello.
In effetti, Gianfranco rimane in silenzio. Solleva e riabbassa la mano.
La conduttrice si rende conto di quel disagio e cerca di interpretarlo in una maniera che salvaguardi comunque l'immagine di Bruno. Chiede allora a Gianfranco: "Era un papà tormentato? Un papà che non riusciva a farsi comprendere?"
Gianfranco rimane ancora in silenzio.
Come è evidente, non è possibile che ricordi le botte prima dei 4 anni di età e non ricordi che papà sia stato, il suo, negli anni e nei decenni successivi. Eppure, alla fine dice: "No, non ricordo niente".
Egli sa bene cosa il pubblico e l'intervistatrice si attendono di sentire da lui. Ma quelle parole compiacenti non le pronuncia.
La parola passa allora a Carlo, che evita il tema del presunto carattere gioioso e sereno del padre "rinato" e mette a frutto un altro spunto offerto dalla conduttrice: Bruno ha avuto una vita durissima, perché ha fondato la SACRI.
Continua nella pagina: Bruno Cornacchiola: premonizioni... o postmonizioni?
Marco Corvaglia
Pagina pubblicata il 21 agosto 2021. Aggiornata il 5 marzo 2023
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